2005 Stalker

LO STALKER: IDENTIKIT DI UN VERO PERSECUTORE

Stalker è una parola inglese che forse molti di noi ancora ignorano. Nella traduzione letterale riportata in un qualsiasi vocabolario è: il persecutore. E’ “chi non lascia di piede”, colui che ritiene di puntare un avversario da molestare, un nemico, a volte immaginario e virtuale, che va ostinatamente perseguitato in mille modi, con telefonate (sms, e- mail, internet), con bigliettini, lettere, ecc.

L’identikit di questo persecutore, una razza che lungi dall’estinguersi si è nel tempo irrobustita, offre anche un quadro di situazioni e di casi che vedono lo stalker protagonista, sicuramente negativo.

I suoi comportamenti trovano forse la matrice in condizioni psicologiche labili, frutto di frustrazioni o di traumi subiti durante l’infanzia o per effetto di tradimenti coniugali, o inappagamenti nel mondo del lavoro, delusioni sentimentali, ecc.

Lo stalking si manifesta, quindi, in vari modi, ma tutti sono capaci di creare nella vittima della persecuzione uno stato di ansia, di preoccupazione, di forme ossessive da cui non è facile uscire, configurandosi sicuramente come una violazione della privacy personale.

Pedinamenti, appostamenti presso le abitazioni della vittima e degli ambienti abitualmente frequentati da quest’ultima, lettere anonime con riferimenti anche a oscenità e atti sessuali, gesti vandalici, telefonate, sms, e-mail, danneggiamenti di auto, aggressioni, violenze su animali domestici posseduti dalle vittime, ecc., sono le .. armi preferibilmente usate dagli stalkers che non demordono mai e che, secondo recenti studi, possono essere oggi catalogati in alcune “figure”.

Ecco, quindi, l’ossessivo, che trae la sua origine da una relazione tra aggressore e vittima (rapporto di vicinato, parentela, ecc.); quella dell’erotomane, che ha come tema centrale un amore romantico idealizzato più che sessualizzato; il risentito, che intende vendicarsi di un danno o di un torto subito, vero o presunto (ad esempio un familiare che perseguita il medico ritenuto responsabile della morte di un proprio congiunto); il respinto, quando il partner (o la partner) lo ha lasciato definitivamente e lo stalker punta alla riconciliazione.

Il bisognoso d’affetto è un’altra figura di stalicer che si identifica con colui che ricerca un rapporto intimo (a volte solo romantico) con un partner idealizzato capace di alleviargli la solitudine. Poi vi è la figura del corteggiatore incompetente. E’ lo stalker che non riesce ad entrare in sintonia con il partner, ma le molestie in genere non durano molto. Infine, la figura del predatore, che vuole raggiungere lo scopo di avere un rapporto sessuale con la vittima e in questo caso l’azione persecutoria può avere che lunga durata proprio per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Lo stalker è violento? Alla domanda si può rispondere che, in linea di massima, egli non ricorre mai alla violenza vera e propria, anche se rimane forte il condizionamento psicologico che procura nella vittima, con gravi forme patologiche, come le nevrosi, le notti insonni, la preoccupazione costante di subire le pressanti molestie da cui appare difficile sottrarsi, il senso di angoscia, disagi emotivi, ecc.

Si potrebbe poi maliziosamente accennare (beninteso nel più puro rispetto della privacy), ai casi di staking che si verificano nella realtà di ogni giorno, ma non è questa la sede per scendere nei dettagli.

Circa le misure legali contro lo stalking, va ricordato come la legislazione italiana sia ancora oggi inadeguata ad affrontare questi tipi di comportamenti, che sono puniti dal codice penale italiano prevalentemente come “minacce” o come “ingiurie”. In altri Stati lo stalking è stato ampiamente previsto con sanzioni alquanto pesanti per stroncare un fenomeno che vede agire per lo più gli uomini (81%), mentre le prede sono in maggioranza le donne (73%).

Solo nello scorso anno in Italia è stata presentata una proposta di legge che mira a introdurre una adeguata tutela della libertà della persona verso la violenza rappresentata dalle molestie insistenti che, se viste nell’insieme, configurano una gravissima invasione della sfera personale della vittima, spesso costretta a cambiare abitudini, posto di lavoro, ecc.

Lo stalking ha ormai assunto proporzioni rilevanti e da un recente monitoraggio è risultato che il fenomeno varia da regione a regione: infatti, la Basilicata sembra essere la regione più colpita (34%), seguono poi la Toscana (32%), l’Emilia Romagna, mentre le regioni dove è meno frequente sono l’Umbria (9%) e la Puglia (13%).

Va tuttavia detto che oltre il 5% degli omicidi in Italia hanno avuto come precedente atti di stalking, con un trend in continua ascesa, per cui l’opera di prevenzione e di sensibilizzazione assume un risvolto di fondamentale importanza.

In fin dei conti, vale la pena squarciare un velo su comportamenti e atteggiamenti davvero insopportabili, anche per essere pronti ad evitare che la nostra vita di relazione diventi una fonte di incubo, a volte anche quotidiano.