2008 Fatalismo

IL FATALISMO DOMINA ORMAI SUL SENSO CIVICO

Il processo penale per la morte di Paolo Franco e Pasquale D’Ettorre conferma ancora una volta che i lavoratori dell’Italsider (ieri) e dell’Ilva (oggi) pagano sulla loro pelle, da anni, il prezzo di una sopravvivenza economica in una Taranto che ha ormai perso i connotati di città e che si avvia desolatamente a soffrire anche le pene di un dissesto comunale di raggelante entità. Il problema delle “morti bianche” non appare nemmeno legato a quella che fu negli anni Settanta la politica degli appalti che all’epoca codificò le tipiche prassi clientelari vigenti specialmente nel sud Italia. La sicurezza sul posto di lavoro ha subito raggelanti smentite dagli infortuni mortali e dalle invalidità, tante volte irrimediabili, in una lunga catena cui non può porre rimedio nemmeno un sistema di vigilanza e controllo in via preventiva.

Dal 2002 al 2004 in Italia sono stati denunziati ben 2.398 incidenti sul lavoro con conseguenze mortali. Taranto non è estranea a questi dati statistici e subisce, però, supinamente, la fatalità degli eventi, mentre le commissioni di indagine sfornano valutazioni e rilievi che hanno l’acre sapore delle repliche vuote, se è vero che proprio lo stabilimento di Taranto nel 2005 è stato la realtà produttiva con il maggior numero di incidenti del Gruppo Riva.

I processi penali, nella severità del loro svolgimento, hanno certamente la loro importanza, ma accanto é prima dei processi, occorrono un leale senso civico, uno sforzo davvero unanime ed una presa di coscienza ultimativa anche da parte di ciò che rimane delle Istituzioni, che spazzi via compromessi e compromissioni perché la logica del profitto non schiacci “la dignità ed il valore di ogni essere umano”.